Note di coltivazione

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Potete coltivare le rose in quasi tutti i tipi di terreno. Il migliore è quello leggermente calcareo (pH ideale 6-6,5), di medio impasto, fresco, profondo, ben lavorato, ricco di humus, ben drenato.

Se il vostro terreno fosse troppo compatto o troppo sabbioso, lo potrete correggere con l'aggiunta del correttivo adeguato: letame maturo, humus di lombrico, torba concimata, compost, sabbia ecc.

Le rose non amano che l'acqua ristagni alle radici, pertanto assicurate loro sempre un buon drenaggio.

Le rose si piantano in una posizione soleggiata, ma non infuocata. Meglio se a mezzo-sole e ben arieggiata. Non devono trovarsi in competizione con piante con radici troppo invadenti o sotto l'ombra di alberi incombenti e molto frondosi.

E' fondamentale non piantare una nuova rosa dove per anni ne sia vissuta un'altra. Quindi, se non fosse possibile trovarle un altro posto, scavate la buca abbondando in larghezza e profondità. Sostituite tutta la terra tolta con della nuova, presa dove non siano mai state coltivate delle rose e incorporate una buona quantità di concime organico o di compost (ottenuto dalla decomposizione di una mescolanza di risulta di potature, taglio dell'erba, cenere di legna, foglie, residui vegetali di cucina).

In inverno si troveranno ben protette dal gelo e in estate dall'eccessiva evaporazione, se le coprirete alla base con una buona pacciamatura. Potrete farla con paglia, foglie secche, stallatico, la migliore è quella fatta con il compost. Nei mesi caldi risparmierete così acqua e concime, manterrete il terreno sottostante soffice e umido e... le erbacce rallenteranno la crescita!

OIDIO, MACCHIA NERA, RUGGINE sono le principali malattie di cui possono soffrire le rose. Se coltiverete le vostre rose nelle condizioni migliori, dando loro l'esposizione, il tipo di terreno e la quantità d'acqua di cui hanno bisogno; se non abuserete in concimi, né eccederete in potature crescerete piante sane che potranno meglio resistere all'aggressione di queste malattie fungine. 
Poiché è sempre meglio prevenire che curare, non dimenticate di effettuare a fine inverno, subito prima che spuntino le nuove foglie, un trattamento con la poltiglia bordolese. A base di solfato di rame e calce, ha una funzione specifica antifungina e antibatterica. Trattate con zolfo bagnabile ai primi avvisi d'infezione d'oidio, una muffa biancastra che ricopre foglie, germogli e boccioli.
Sempre preventivamente, in autunno a foglie cadute e a fine inverno prima che escano le nuove, trattate le piante, irrorandole abbondantemente, con olio bianco. E' un olio minerale ammesso anche in agricoltura biologica. Derivato del petrolio, efficace contro la cocciniglia e pure per eliminare larve, spore e uova. Sarà un modo "pulito" per affrontare il problema PARASSITI ANIMALI. Ricordate sempre che gli antiparassitari sistemici hanno effetti altamente inquinanti, quindi piantate Agli tra le rose per allontanare gli AFIDI. Potete togliere a mano TENTREDINI, piccoli COLEOTTERI divoratori di polline. Prelevare e trasportare altrove le CETONIE e gli splendidi MAGGIOLINI che rodono il cuore delle corolle.
In conclusione, se con gli stratagemmi casalinghi e gl'interventi manuali avete ottenuto risultati insoddisfacenti e decidete di passare agli INSETTICIDI, scegliete eventualmente i meno pericolosi come quelli a base di piretro.

Il periodo più adatto per mettere a dimora le rose a radice nuda è da novembre a marzo. Per le piante in contenitore, qualsiasi momento è buono, purché il terreno sia lavorabile, il caldo non sia eccessivo e possiate garantire, in seguito, regolari annaffiature.

Ogni rosa porta legato con filo di ferro un cartellino con il nome. Per facilitare l'identificazione futura, sarà bene che conserviate l'etichetta, ma non lasciatela legata alla pianta: il filo di ferro ne può rallentare o danneggiare la crescita con strozzature. Potete fissare il cartellino ad un paletto e piantarlo in terra vicino alla rosa. Oppure riportate il nome della rosa con la data del trapianto e la sua collocazione sul diario del vostro giardino (vedi: DIARIO DEL GIARDINO a cura di Susanna Magistretti e Anna Peyron, Edizione "attraverso il Giardino").

Le piante spedite a radice nuda sono in riposo vegetativo, pronte ad essere interrate non appena tirate fuori dall'imballo. Se il terreno dovesse essere gelato o troppo bagnato, tanto da risultare fangoso, attendete che le condizioni migliorino. 

1° Se non potete piantare subito una rosa a radice nuda, difendetela dall'essicamento interrandola. Scavate una buca inclinata, abbastanza profonda per coprire di terra la pianta (o le piante, lasciandole pure legate tutt'insieme), poi bagnate abbondantemente. Quest'operazione si chiama mettere in tagliola (a). In tagliola una rosa può anche rimanere fino a quando spuntino le prime gemme. Se necessario, un contenitore (vaso, secchio) potrà fare le funzioni della piena terra.

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2° Prima di piantare una rosa a radice nuda, procedete all'inzaffardatura (b): riempite un secchio dove avrete sciolto in parti eguali acqua, terra e stallatico (o concime organico) e immergetevi la pianta per almeno una mezz'ora. Se per qualsiasi motivo dovrete rinviare la messa a dimora della rosa, ricordate che non potrà restare a bagno nell'inzaffardatura per più di 24 ore.

3° Scavate una buca ampia e profonda (50x50x50). Buttate sul fondo una palata di letame ben maturo o altro concime organico, come humus di lombrico, cornunghia. Formate sopra il letame una montagnola di terriccio. Posizionate poi la pianta nel centro della buca, disponendo le radici lungo i fianchi della montagnola. Tenete la rosa dritta e ferma mentre richiudete la buca con la terra. Il punto per stabilire la giusta profondità di piantagione è quel nodo di legno situato alla base del fusto principale, cioè il punto d'innesto. Il punto d'innesto può essere posto al livello del suolo, se il clima è temperato. Al Nord è più prudente interrarlo di 3-5 cm più in basso, perchè non venga danneggiato dal gelo. Nei climi meridionali, potrà essere posto a 3-5 cm più sopra così che la luce solare stimoli lo sviluppo di un maggior numero di germogli alla base e la pianta risulti più ricca di ramificazioni (c).

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4° Calcate bene la terra man mano che procedete al riempimento della buca e fate in modo di terminare formando tutt'intorno alla rosa una depressione, una sorta di catinella (d).

5° Con un moderato getto d'acqua riempite la catinella d'acqua. Ripetete quest'operazione fino a quando sarete sicuri che l'acqua abbia perfettamente compattato tutta la terra della buca attorno alle radici e non possano essere rimaste sacche d'aria (e).

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6° Per l'impianto di una sarmentosa addossata ad un muro, lasciate uno spazio di 40-50 cm tra la rosa e il muro perché le radici non soffrano per mancanza d'acqua. Infatti ai piedi d'un muro il terreno rimane sempre piuttosto asciutto (f).

7° Nei climi molto caldi o molto freddi, per proteggere la pianta, fino al momento della vegetazione, dal sole o dai venti che potrebbero disseccarla, formate un monticello di terriccio, che andrà mantenuto appena umido, intorno al punto d'innesto e alla base dei fusti (g).

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La concimazione organica è preferibile a quella inorganica (leggete chimica) perché ha il vantaggio di migliorare la struttura del terreno con un'azione che durerà nel tempo. Usate dunque buon letame maturo mettendolo alla base delle rose a formare uno strato di 10-15 cm, ma facendo attenzione di non andare troppo vicino ai rami. Il letame ben decomposto contiene microrganismi che permettono alla rosa di assimilare meglio le sostanze nutritive del terreno. Altri concimi organici possono essere: humus di lombrico, sangue di bue, cornunghia.
Le nuove rose piantate in un letto ben preparato non richiedono alcuna concimazione primaverile, mentre le piante mature vanno concimate a fine inverno, prima che spuntino i germogli. Una seconda concimazione potrete effettuarla a tutte le rose, giovani e vecchie, dopo la prima fioritura.
Non concimate mai nei mesi molto caldi. Dopo la pausa estiva potete spargere una manciata di solfato di potassio-50 (30 gr x mq) per preparare le piante a sopportare i rigori invernali, favorendo la maturazione del legno.

L'irrigazione assicura una fioritura abbondante e continua perché le rose sottoposte a periodi di siccità danno segni di sofferenza come foglie secche e arresto vegetativo. Le rose di nuovo impianto hanno bisogno, per i primi due anni, di annaffiature regolari (ogni 8 giorni) e abbondanti nei periodi di siccità. Lo stesso vale per rose coltivate in terreni sabbiosi e calcarei. Passati i primi due anni le rose possono sopportare siccità di 2-3 settimane. In caso il secco dovesse prolungarsi più a lungo e in assenza di piogge, provvedete ad un'abbondante irrigazione ogni 15 giorni.
Irrigate sempre per scorrimento o comunque sotto-chioma, con abbondanza d'acqua perché possa scendere in profondità, preferibilmente al mattino presto.
Le rose coltivate in vasi o fioriere vanno bagnate ogni giorno, perché il terriccio tende ad asciugarsi molto velocemente a causa del forte calore che riverbera dalle pareti e dalla pavimentazione di terrazze e balconi e che si somma ai raggi del sole sulla vegetazione.

Potete coltivare bene la maggior parte delle rose sia in vaso che in diversi tipi di fioriere o contenitori, ma dovrete rispettare alcune regole. Le dimensioni del vaso non devono essere inferiori ai 40 cm di diametro e altrettanto di profondità. Ponete dei piedi sotto il contenitore per tenerlo sollevato dal suolo e favorire la circolazione d'aria. Assicuratevi che il foro di drenaggio sia di dimensione e numero adeguati. Ponete sopra il buco un coccio convesso che impedisca alle radici di ostruirlo e nello stesso tempo, all'acqua delle annaffiature di far uscire pian piano tutta la terra (h).

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Scegliete un terriccio non troppo torboso, ma che contenga anche una parte di argilla o terra da giardino, più concime organico.
I risultati dipenderanno da irrigazioni e concimazioni corrette. Con le prime dovete assicurare un'umidità costante alle radici, con le seconde mantenere il terreno integro delle sostanze nutritive che vengono dilavate attraverso l'irrigazione. Fate molta attenzione a non esagerare sia con l'una che con l'altra per non ottenere risultati opposti a quelli desiderati.
Ogni 3-4 anni è consigliabile svasare completamente le rose dal contenitore e ripiantarle, anche nello stesso, alleggerendo le radici con tagli netti sia alla base che sui lati della zolla, al fine di poter sostituire più terra possibile con un nuovo terriccio arricchito.

L'obbiettivo della POTATURA è quello di dare una forma aggraziata alla pianta, mantenerla giovane, ottenere fioriture abbondanti.
Si pota di solito a fine inverno, nei climi rigidi e a fine autunno in quelli miti.
Usate cesoie ben affilate per ottenere tagli netti. Il taglio va praticato 6-8 mm sopra una gemma rivolta verso l'esterno del cespuglio, inclinato verso il basso e dalla parte opposta a quella della gemma (i).

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Queste le regole generali valide per tutti i tipi di rose:

1° Subito dopo la messa a dimora potate le rose (se non è già stato fatto prima del vostro acquisto) in modo da lasciare 3-4 gemme su ogni ramo, servirà a incoraggiare l'emissione di nuovi getti basali e dare forma e forza alla pianta.

2° In seguito, la potatura consisterà nel sopprimere i rami deboli, storti, secchi, danneggiati e quelli che s'intrecciano tra loro all'interno del cespuglio impedendo alla luce di penetrarvi.

3° Dopo 4-5 anni rimuovete, tagliandoli alla base, i fusti più vecchi per stimolare la crescita di quelli più giovani che rinnovano la pianta.

4° Alle rose rifiorenti o a fioritura continua, sia a cespuglio che rampicanti, recidete i fiori appassiti, asportando una porzione di stelo che comprenda 3-4 gemme (solito taglio inclinato e opposto a una gemma rivolta verso l'esterno), servirà ad accelerare la nuova fioritura. Per quanto riguarda le varietà che producono frutti decorativi, diradate fino ad interromperla questa pratica per permettere ai cinorrodi di svilupparsi.

5° Con le rose riprodotte da innesto, fate attenzione ai polloni. Emessi dalle radici o dal fusto escono da sotto il punto d'innesto. Quando ciò si verifichi, dovete asportare il pollone per impedire che il suo sviluppo sottragga energie alla rosa innestata fino ad averne il sopravvento. Per eliminarlo dovete staccarlo di netto dal punto in cui è germogliato (può essere necessario scavare la terra per andare a trovare l'esatto punto d'origine). Attenti a non tagliare il pollone a livello del terreno perché, in questo modo, si rinvigorirebbe e ne sarebbe stimolata l'emissione di altri (l).

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Per quanto riguarda potature particolari, queste variano da un tipo di rosa ad un altro e da che forma e sviluppo si vuole ottenere.

Vediamole nel dettaglio.

Potate le NON RIFIORENTI, come alba, centifolie, damascene, galliche, subito dopo la fioritura riducendo i rami principali di un terzo della loro lunghezza.
Servirà a far produrre nuovo legno da fiore, nel corso della stessa stagione e offrire una fioritura migliore in quella successiva. Se fossero necessari interventi di taglio severi, questi andranno fatti nel periodo di dormienza.

Potate le RIFIORENTI, come bourbon, ibridi rifiorenti, moscate (sia antiche che moderne) a partire dal secondo anno, durante il riposo vegetativo, accorciando i rami principali di metà.

Alle rose CINESI e TE' dovrete effettuare una potatura di alleggerimento. Dopo aver eliminato tutti i rami secchi o danneggiati dal gelo, dovrete solo sfoltire o accorciare leggermente. 

Potate più drasticamente, accorciando tutti i rami di tre quarti della lunghezza, gli IBRIDI DI TE', le POLYANTHA e le FLORIBUNDA .

Potete potare le ROSE INGLESI e le ROSA GENEROSA di metà o di un terzo della loro lunghezza. Una potatura leggera stimola la formazione di un numero maggiore di fiori, ma di dimensioni ridotte. Una più severa dà meno fiori, ma più grandi.

Non potate i RAMPICANTI nei primi due o tre anni. In seguito eliminate i rami danneggiati, malati o vecchi e accorciate a 8-10 cm i rami laterali che partono dal principale e hanno fiorito nella stagione precedente (m).

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Se non volete che le vostre RAMPICANTI si denudino in basso e si sviluppino e fioriscano solo in alto, evitate che salgano verticalmente. Apritele a ventaglio o fatele correre il più orizzontalmente possibile lungo un muro, una recinzione, un grigliato ecc. (n).  Quando debbano salire su di una colonna, i montanti di una pergola o di un tripode, guidate i rami incrociandoli e facendoli salire a spirale (o).

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Lo scopo è quello di rallentare la corsa della linfa, perché solo salendo lentamente potrà irrorare bene tutte le gemme che incontrerà sul suo cammino e non raggiungere solo quelle apicali. E' bene che qualsiasi tipo di sostegno (fili di ferro, grigliati in legno, reti a maglie esagonali zincate) a cui legherete i rami delle rampicanti, sia fissato al muro a mezzo di ganci o staffe che lo mantengano distanziato da questo almeno 10 cm.

Inoltre, per fissare la rosa la suo sostegno, procedete prima a legare saldamente a questo il laccio e quindi fate un giro più lasso attorno al ramo della rosa, in modo che in  futuro non venga strozzato (p).

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E' opportuno comunque tenere, in seguito, queste legature sotto controllo.

Non potate le SARMENTOSE e vi regaleranno il massimo. Solo quando sarà necessario fermare la loro esuberanza, effettuate la potatura, dopo che avranno fiorito, eliminando dalla base i rami più vecchi.

Sono le SARMENTOSE le più adatte ad essere fatte crescere sugli alberi. L'albero può essere sia deciduo che sempreverde, deve essere di dimensioni adeguate a sostenere la varietà di rosa scelta e, importante, con una chioma che non l'ombreggi completamente. La rosa andrà piantata distante dal tronco dell'albero sufficientemente per non danneggiarne le radici e perché sia possibile scavare una buca abbastanza ampia da garantire un buon impianto. I rami andranno poi indirizzati verso il tronco o i primi rami dell'albero-tutore e guidati opportunamente per qualche stagione, il tempo necessario perché facciano da soli.

Potate solamente al momento della messa a dimora e, in seguito, solo per pulizia le ROSE BOTANICHE.